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Malinconia
Assunta (mercoledì 19 settembre 2012) Categoria: Malinconia
Piccola storia comune
10:11 del 19-09-2012
Buongiorno amici, qui piove alla grande, ispira malinconia la pioggia che scende copiosa dal cielo, vi voglio raccontare una piccolissima storia: Moltissimi anni fa, quando abitavo in quel di Lecco, al piano di sotto di casa mia, venne ad abitare una famiglia emigrata da Roma, genitori e due maschietti, Maurizio il piccolo e Marco il più grandicello che allora aveva circa sette anni, lui principalmente solare ironico e allegro, fece subito amicizia con i miei gemelli che erano coetanei, erano sempre assieme, ricordo un giorno un mio gemello scandalizzato mi disse: Sai mamma mi ha detto Marco se potevo andare con lui in bottega, per comprare un pacco di pannolini igienici a sua madre, lui si vergogna un po', perchè mi ha confidato che: è mai possibile che mia madre così grande si fa ancora la pipi addosso? Non riuscii a trattenere le risate, bambini che giustamente vedevano le cose con gli occhi dell'innocenza. L'amicizia fra loro durò oltre l'infanzia, gite, calcio, matrimoni, fino a che uomini s'incontravano come dicevano loro per una rimpatriata e ricordare i tempi passati davanti ad una pizza in allegria, sono diventati tutti genitori, con gioie e dolori come tutti, Marco sempre allegro con quell'accento romano che ci teneva tanto a rimarcare, come se fosse il suo marchio di fabbrica, Poi vennero i festeggiamenti, perchè era riuscito a realizzare il suo sogno di mettere un'attività in proprio, tutto secondo le regole. Marco si è ucciso ieri, sparandosi un colpo di fucile, dopo aver detto addio alla moglie attraverso una telefonata al cellulare, non ha avuto il coraggio di sopportare e di affrontare, il dissesto ed il crollo della sua attività, lascia un bimbo di nove anni. Io nel dolore penso a come la vita bastarda, riesce a trasformare un ragazzo solare, ironico ed allegro, in un suicida per disperazione. E sua madre?
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Assunta (mercoledì 19 settembre 2012)
10:17 del 19-09-2012
Ho dimenticato di dire che Marco aveva soltanto 39 anni come i miei ragazzi. Ecco con questa ultima frase, fine della storia!
mafalda (mercoledì 19 settembre 2012)
.... altro che piccola storia ............ Mi vado sempre più convincendo che non può essere il coraggio a spingere ad un tale gesto , forse qualcosa del cervello si va ad inceppare e quello che a noi sembra un gesto assurdo , per chi è ossessionato , diventa l'unica soluzione . La depressione è un male oscuro , molte persone si tengono dentro le ferite, soffrono e non lo dicono a nessuno; non lasciano trasparire niente. Allora il dolore marcisce, diventa cancrena e porta alla morte. Se una ferita non viene curata, medicata, allora infetta tutto l’organismo. Le vite di molte persone, sono piene di dolore, di rabbia, di lacrime e di umiliazioni. Ma temono di aprirsi e mostrarsi quale veramente è l'essere umano , fragile e debole e allora non può avvenire nessuna guarigione , se invece si trova la forza di parlare dei problemi con qualcuno , forse non si risolveranno materiamente ma si riusciranno a vedere le cose realmente quali sono , tutte secondarie di fronte alla vita .

Anonimo (mercoledì 19 settembre 2012)
non ho parole..un abbraccio....daniela
Assunta (mercoledì 19 settembre 2012)
16:59 del 19-09-2012
Vedi Mafalda, è da ieri sera che ho davanti agli occhi il suo sorriso scanzonato, il suo parlare dando l'impressione di prendere in giro, mi sono svegliata stamattina ancora con il pensiero di lui. Giovedi dovrò andare a Lecco per i funerali con i miei ragazzi e mi sento male al pensiero di trovarmi faccia a faccia con sua madre, devo trovare parole adatte, ma cosa dire ad una donna il cui figlio non ha pensato a nulla e si è tolto la vita? Ti giuro che mi sento male, cerco di entrare nell'ottica, ma non cel'ha faccio, mi chiedo può una madre sopportare un fardello così
enorme? Penso ai miei ragazzi e sento un male fisico, anche loro sono attoniti, Marco era l'allegria del gruppo, e non riusciamo a capire come ha potuto farsi sopraffare da un malessere così. Scusate cari amici, io vi tengo talmente in considerazione che vi racconto il bello ed haimè il brutto della mia vita di tutti i giorni, questo porta a volte a farvi partecipi di cose molto tristi, ma la vita è così, poi domani il sole tornerà a scaldare il nostro cuore sempre più triste e sempre più provato da fatti che non si vorrebbero mai vedere e sentire.

dora (mercoledì 19 settembre 2012)
Quando non si riesce a vedere una via d'uscita, non c'è carattere che tenga. Vedi tutto nero. E' successo a tutti noi anche se per fortuna solo in piccole e passeggere occasioni.
Poi passa, ma a volte invece resta e l'unica soluzione è la fuga TOTALE e DEFINITIVA. Al diavolo tutto e tutti.......
Che dire a una madre, Assunta?? Che cosa potrai mai dirle? Pensi che ci possa essere una qualunque cosa che tu possa dirle, in grado di parlare al suo cuore? Abbracciala forte, falle una carezza; i gesti sono più efficaci a trasmettere le emozioni. E poi come sempre....la ruggine del tempo, con l'aiuto magari di qualche nipotino, anche lei riuscirà a sopravvivere....purchè non abbia fretta però!
Che strazio, quanto mi dispiace.
Francesco (mercoledì 19 settembre 2012)
Sono veramente costernato! Non ho parole; mi ricorda molto la dipartita di mio nipote, anche se Lui non voleva togliersi la vita, ma questo poco importa. La morte di una giovane vita è sempre un evento quantomai doloroso e sono sicuro che sua madre, come mia cognata, mai lo dimenticherà. E' un dolore talmente grande che difficilmente si può lenire, ma, come dice Dora, forse con l'aiuto di qualche nipotino o nipotina, chissà che con il tempo questo enorme dispiacere possa affievolirsi.
La mia personale partecipazione al dolore di questi genitori!
Nik (mercoledì 19 settembre 2012)
Avvenimenti questi, che lasciano perplessi. La depressione è una malattia terribile, peggio di tante altre; non visibile ma che devasta la mente. Malattia, a volte latente, intima con momenti di blach-out che possono portare a gesti estremi : impulsi nei quali non si è coscienti; attimi che annullano la ragione, che non ti fanno pensare agli affetti che possiedi, che hai creato, per i quali hai lottato e ti sei sacrificato. Lunedi' scorso la moglie di un caro amico ha deciso di farla finita, senza una apparente ragione, improvvisamente. Soffriva di depressione ed era in cura ma... mai a pensare che potesse decidere di lanciarsi dal quinto piano. L'ho trovato chino sulla bara della moglie ad accarezzarle il viso freddo, a stringerle le mani giunte. Una scena straziante che ancora adesso, mentre scrivo, mi torna agli occhi e mi amareggia. Vedi, mi ha detto G. tra le lacrime, conoscendola da 25 anni, sono certo che se ne sara' pentita un attimo dopo l'insano impulso. Un momento che non le ha permesso di pensare al marito e alla figlia adolescente. Come si fa a capire, a tentare di comprendere cosa avviene nella mente di una persona in questi momenti se non accettare l'idea che un impulso annebbia il cervello e non ti permette di essere lucidi? A differenza di Marco, che ha programmato la sua fine telefonando alla moglie, per F. (la moglie di G.) è stato, come dicevo, un momento di blach-out. Storie un po' diverse accumunate da tanta sofferenza turbamenti, angosce, sensazioni di impotenza, paure, pene e chissa' quanto altro ancora;un patimento enorme che porta alla fuga totale e definitiva( come dice Dora) forse egoistica che pero' non riesco a condannare.
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